Casa 3Bien è una graziosa mini suite indipendente che si trova nei Sassi a 50 metri da Casa Cava e dalla bella piazzetta San Giovanni dove si affaccia la chiesa medievale di San Giovanni Battista e l’ex Ospedale San Rocco. Da qui percorrendo la via San Biagio si arriva immediatamente alla piazza Vittorio Veneto, la piazza principale della città. A brevissima distanza dalla casa si trovano il parcheggio della ditta Damasco, in recinto XX Settembre e il parcheggio di piazza Cesare Firrao. La casa, che si affaccia sulla Fondazione Sassi, si compone di angolo cucina, salottino, camera da letto e bagno. Ogni ambiente ha una bella finestra attraverso la quale entra il sole ora con la magia dei Sassi, ora con il campanile della Cattedrale, ora con le rughe profonde della Murgia. La doccia è maxi perchè quando ci si lava non si deve stare sugli attenti e maxi è anche il letto perchè quando si dorme non ci si deve abbracciare per forza. L’arredo è essenziale e funzionale. Soltanto uno spicchio di pacata attualità tra le sedie, l’armadio e la credenza di una volta, tutte di legno, che ancora stridono e cigolano e la scala di castagno in posizione orizzontale, coi pioli che una volta tanto si riposano,
sotto i tufi incastrati nella volta a botte che portano piacevolmente indietro nel tempo. Il televisore non c’è: così soprattutto la sera la casa si riempie di quiete e di silenzio: quello che manca ormai a tutti per potersi ritrovare. Un silenzio che agli inizi del secolo era rotto dal pianto e dal vociare allegro dei nove bambini e dal raglio dell’asina Martina che aveva la greppia dove adesso c’è il bagno, quando la casa era abitata da Angelo Domenico, contadino infaticabile dai lunghi baffi neri tirati a turno da diciotto manine curiose, e da sua moglie Angelina che nonostante il gran da fare, stava sempre a canticchiare rivolgendosi di sera anche a Martina che rientrata stanca dai campi e ormai libera dal basto, se ne stava per conto suo ad assaporare la biada. Il marito era premuroso, i bambini crescevano sani e il pane e la minestra non mancavano mai sulla tavola messa vicina al focolare; il fondo era generoso di olive e di grano e Martina aveva la forza di una mula e per questo Angelina, a chi le domandava come andasse, rispondeva sempre, sorridente e aggiustandosi la crocchia: andiamo bene, molto bene…